Freni a disco per MTB, come vanno scelti?

Freni a disco per MTB, come vanno scelti?

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I freni a disco per MTB (e bici da corsa) sono componenti estremamente importanti, bisogna sceglierli con cura per avere sicurezza costante e sensazioni di guida adeguate alle proprie esigenze.
Il mercato offre tantissime possibilità, ma come ci si orienta?
Quali sono gli aspetti tecnici e non che ci fanno propendere verso freni a disco per MTB di un tipo piuttosto che di un altro?

Quaxar mountain bike
Dischi freno Quaxar per la mountain bike

Qualche settimana fa abbiamo visto come vanno selezionate le pastiglie dei freni e come si sostituiscono quelle usurate, oggi analizziamo nei dettagli i freni a disco per MTB, per aiutare i biker a fare la scelta giusta.

La struttura dei freni a disco per MTB

I dischi per impianti idraulici per bici sono sostanzialmente di 2 tipi: monoblocco (spider e pista frenante in unico pezzo e materiale) oppure a 2 pezzi (cioè con spider e pista frenante staccati e collegati tra loro con nottolini o rivetti). Quest’ultimo è il caso delle versioni flottanti o semiflottanti.

Perché hanno le forature?

A differenza di quelli per uso automobilistico, i freni a disco per MTB sono “a margherita” ovvero hanno forme e forature per garantire allo stesso tempo leggerezza, ventilazione e potenza di frenata. Le forature della pista frenante servono a garantire una migliore presa delle pastiglie e a limitare l’insinuarsi di sporcizia nelle pastiglie stesse. Di contro però contribuiscono ad un consumo maggiore del materiale frenante.

Axim Quaxar colorati
Le colorazioni dei dischi freno Axim di Quaxar

Quali sono le misure generali dei freni a disco per MTB?

Le misure sono diverse, si parte da un 140 millimetri di diametro e si (come ad esempio il Corsa Estrema 140 mm flottante) arriva ai 203mm passando attraverso i 160mm (Quaxar o XLC per esempio) e 180mm.
Ovviamente più un disco è grande meno si surriscalderà e sarà più performante. Attenzione però a scegliere le misure corrette per non avere dei dischi sottodimensionati (e quindi non sufficientemente potenti) oppure troppo grandi (peso eccessivo).
La misura si sceglie in base alla disciplina praticata: nell’XC di solito basta un 160mm all’anteriore e un 140mm al posteriore, mentre nella DH si arriva al 203mm. Occhio anche al vostro peso: è importante per calibrare la giusta dimensione del disco.
Piccola nota: Ricordiamo che è ancora valida la promozione sui dischi Corsa Estrema 140 + 160mm.

Materiali dei freni a disco per MTB

1. Acciaio:

nella maggior parte dei casi i dischi sono in acciaio (di varia qualità) sia che siano monoblocco oppure flottanti/semiflottanti. In questo secondo caso può essere in acciaio solo la pista frenante e lo spider in ergal (Al7075) anche anodizzato colorato oppure in carbonio (Carbon-Ti X-Rotor Steel Carbon).

Freni a disco per MTB X-Rotor di Carbon-Ti
Freni a disco per MTB X-Rotor di Carbon-Ti

2. Carbonio:

ci sono stati vari tentativi di creare un disco con pista frenante in carbonio, come nel caso dei Kettle Sicc, ed i risultati sono stati trasversali. La scelta del carbonio, oltre al fattore leggerezza, è dovuta ad una particolarità: il suo coefficiente di attrito aumenta al crescere della temperatura, ossia frena meglio quando è caldo (al contrario dell’acciaio).

3. Titanio:

dischi monoblocco oppure a 2 pezzi con pista frenante in titanio. Materiale leggero, ma deve subire dei trattamenti superficiali particolarissimi per garantire la giusta potenza frenante.
Per quanto riguarda i nottolini che saldano insieme pista frenante e spider possono essere fatti sia in ergal che acciaio o titanio.

Tipologia pista frenante:

Le tipologie di piste frenanti dei freni a disco per MTB sono sostanzialmente 3, vediamo quali sono in dettaglio le differenze.

Fissi:

sono dei dischi dove la pista frenante non è libera di muoversi rispetto allo spider, come ad esempio per i monoblocco.

Flottanti:

sono costruiti in due pezzi e la pista è libera di muoversi assialmente e radialmente rispetto allo spider, ciò grazie al particolare fissaggio con nottolini specifici. Questo permette, in caso di leggera deformazione della pista dovuta al calore, di “autoallinearsi” tra le pastiglie. Un disco flottante avrà così un limite di resistenza agli sforzi maggiore rispetto ad un disco di pari caratteristiche ma non flottante. Inoltre il calore che scaturisce dall’attrito delle pastiglie si fermerà alla pista frenante e non andrà verso l’impianto compromettendo la potenza della frenata nelle discese più lunghe.

Semiflottanti:

rispetto ai flottanti o hanno la possibilità di muoversi molto più ridotta, oppure consentono un solo tipo di gioco, assiale o radiale.

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